Cenni Storici
Narra Virgilio che nel fiume dei Ceriti, nelle vicinanze del bosco consacrato al dio Silvano, dove sorgono le tombe degli avi, discendenti dei Pelasgi, Enea riceve le armi sacre dalla sua divina madre Venere. E’ qui, sotto le mura meridionali di Caere, che quel luogo mitico, ricco di acque e di ferro , è stato unanimemente identificato. La città si stendeva sulla sommità del pianoro sovrastante, inattaccabile per le ripide rupi a strapiombo, integrate a tratti da possenti mura, sulle quali si aprivano almeno dieci imponenti porte. Le strade che ne uscivano conducevano alle sue quattro necropoli (tra cui quella, oggi detta, della Banditaccia riconosciuta dall’UNESCO patrimonio dell’umanità) distese tutt’intorno a breve distanza. Altre strade portavano verso le ricche zone dell’entroterra, ma soprattutto verso i suoi tre porti, al centro del Mediterraneo, Alsium, Pyrgi e Punicum, da cui salpavano navi che solcando i mari del mondo allora conosciuto, riportavano in patria: ricchezza, conoscenza, prosperità. Cerveteri è testimone della nascita di Roma e ne influenza grandemente la crescita. Confinante amica e nemica viene alla fine sottomessa ma lascia in eredità a Roma la sua cultura. Per molti anni i rampolli delle famigli nobili romane continueranno ad apprendere i rituali, le cosiddette cerimonie, nella vicina città etrusca. L’antica Caere si estendeva su un vasto pianoro tufaceo di ben 150 ettari. Oggi la ricerca archeologica della città, mette in luce edifici di proporzioni grandiose, con ricche decorazioni fittili dipinte, ritrovamenti di ceramiche, oggetti di metallo, avorio, oreficerie, anche d’importazione orientale, che sono testimonianza di una grande cultura e prosperità tra il VII e il VI secolo a.C.. Dell’età romana, all’inizio del III secolo a.C., si conservano le sostruzioni della cavea del teatro di età agustea, con pregevoli sculture, conservate nei musei Vaticani, insieme ad altre di età giulio-claudia, provenienti da ritrovamenti sparsi. Il centro storico attualmente visibile, per lo più di età medievale, occupa solo una piccolissima parte del pianori dei Vignali, su cui sorgeva la Caere etrusca. Il borgo è posto sul ciglio occidentale della rupe, innalzata dalla costruzione delle abitazioni, in cui vivevano i sudditi. Il feudo è appartenuto alle nobili famiglie dei Crescenzi, degli Orsini e poi dei Ruspoli, i cui destini, dal medioevo fino al risorgimento sono intrecciati con le vicende dei papi, sovrani dello stato della Chiesa, ed arbitri anche del potere temporale. La necessità di difendersi dagli attacchi dei Saraceni e dei propri nemici, indusse i signori a costruire una roccaforte, che aveva il suo centro nel castello, con torri di guardia e camminamento. Questa rocca, più volte ristrutturata, ospita oggi un museo etrusco, in cui si possono ammirare preziosi reperti ritrovati negli scavi più recenti. |
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